Storia,Monumenti,Chiese di Vinchiaturo
Comune di Vinchiatu
(Campobasso)
Veduta del paese
Origine del nome
Sull'origine del nome Vinchiaturo si sono riscontrate tesi diverse. C'è chi ha sostenuto che tale nome deriverebbe dall'aggettivo latino "Vinculum" da vincolare, legare.
Secondo un'ipotesi i romani avrebbero eretto una torre sulle antiche vestigia della città di Ruffirio adibito a luogo coatto per i prigionieri politici "Vincula catenis".
Si è detto ancora che Vinchiaturo sarebbe scaturito dalle parole latine "vinculum" e "tauri" da un antico giuramento detto "del toro" fatto tra popoli confederati.
In un antico documento notarile del 1736 redatto da un certo Domenico SPENSIERI, il nome si fa risalire ad un luogo ubicato tutt'oggi sotto alla torre del campanile dove era ubicato un carcere con torre e tre porte e ponte levatoio.
Si pensa che lo stemma scaturì dall'arguta fantasia del barone Federico LONGO nel 1550, allora padrone del feudo di Vinchiaturo, nel periodo del viceregno spagnolo.
Introduzione
Vinchiaturo si trova proprio nel cuore della penisola Italiana, nella parte più settentrionale del Mezzogiorno. Famoso è il Passo di Vinchiaturo o Sella di Vinchiaturo, valico dell’Appennino campano (554 m), tra le valli del Biferno e del Tammaro. Divide l’Appennino centrale da quello meridionale.
Il territorio comunale conta circa tremila abitanti, si presenta con una morfologia abbastanza pianeggiante pur considerando il suo aspetto comunque collinare.
Il centro abitato è posto a 622 m s.l.m., e da un' attenta osservazione planimetrica si possono notare più insediamenti disposti intorno a piazza Municipio ed un asse che da qui si proietta verso la campagna offrendosi come arteria di sviluppo.
Domina il paesaggio la Chiesa parrocchiale di Santa Croce
ubicata nella parte alta del paese; in stile neoclassico la facciata realizzata in pietra locale come pure la torre campanaria a quattro piani, di cui il piano terra a pianta quadrata e gli altri ottagonali. In essa sono conservate le spoglie del martire romano San Vitale patrono dei giovani
La chiesa del Purgatorio,
sita vicino piazza Municipio, ad una sola navata, presenta un interessante portale di stile barocco del 1604 proveniente dal soppresso Convento di Santa Lucia.
La Chiesa di San Bernardino da Siena,
patrono di Vinchiaturo, fu eretta nel 1728. L'impianto è ad una sola navata con due cappellette laterali dedicate a San Francesco D'Assisi e a San Michele Arcangelo. Sulle pareti laterali dell'altare si trovano due affreschi del maestro Leo Paglione sulla vita e morte del Santo Patrono.
Di particolare interesse è la Fontana dei Leoni
sulla piazza principale del paese, Piazza Municipio, dove quattro leoni sistemati su quattro plinti intorno alla vasca principale fanno fuoriuscire l’acqua.
Nel territorio di Vinchiaturo, sull’altura detta La Rocca, a 1000 metri di altitudine, si trovano i resti di una tra le più vecchie chiese del Molise: la chiesa di
Santa Maria di Monteverde
per alcuni conosciuta come Santa Maria a Monte, per altri Santa Maria di Guglieto.
La chiesa, che in origine faceva parte di un monastero, si compone di tre navate come è nello stile romanico. Sopravvive però solo la parte dell’abside centrale e parte del presbiterio e delle mura perimetrali. Affiancato al rudere e con parte di esso è stata realizzata in tempi non lontani un’altra chiesa nella quale attualmente viene svolta la funzione religiosa.
Nella località Carbone, a pochi minuti dal centro abitato, è sito un laghetto che, per la sua conformazione, è particolarmente suggestivo; attualmente utilizzato per la pesca, e l’area circostante per i pic-nic.
Molti sono gli esempi di architettura rurale e di edilizia urbana in pietra, che si offrono come esempio dell’arte scalpellina qui praticata negli anni passati.
Nel territorio vi sono, negozi, ristoranti, hotel, aziende agricole, artigiane ed industriali di
piccola dimensione; molti sono i servizi e le attr ezzature per il tempo libero e lo sport.
Il Santuario di Santa Maria delle Macchie,
che sorge a circa 4 Km dal centro abitato di Vinchiaturo, si ritiene edificato nel XVI secolo sulle rovine di un antico cenobio benedettino.
E' ad una sola navata e la costruzione attuale risale al 1887, ad iniziativa dell'eremita Pasquale Di Ioia e di Pasquale Pistilli.
Secondo altre fonti, la Chiesa venne costruita nel 1298 ed era addossata ad un Convento dei Carmelitani Scalzi. Di detto Convento esiste ancora l'edificio.
Nei secoli passati, per cessione del Duca di Benevento e per la liberalità del Vescovo di Boiano, il Santuario fu dotato di un vasto patrimonio immobiliare, che avvenimenti posteriori dispersero a vantaggio di altri.
All'interno, affrescato dalle opere del maestro Leo Paglione, è possibile venerare un'antichissima statua della Vergine risalente al XIV secolo, il cui restauro ha permesso di portare alla luce il velo d'oro che la ricopre.
La festa in onore della Madonna delle Macchie, che un tempo richiamava numerosi pellegrini, anche dai paesi vicini, si festeggia la prima domenica di Settembre.
Le Fontane di VINCHIATURO
"FONTANAAMONTE" |
FONTANA VILLA COMUNALE
FONTANA "MONTE VERDE"
MONUMENTO AI CADUTI
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FONTANA "S. MARIA delle MACCHIE" |
LA CROCELLA
In piazza Municipio è situata la "Crocella" sistemata nel 1923 lì dove esisteva in antico: su una colonnina di perfetta rastremazione e con capitello jonico terminale, alzata su una base quadrangolare di pietra a due ripiani, il primo dei quali funge anche da sedile.
Feste e Fiere locali
19-20-22 maggio - |
San Bernardino da Siena patrono di Vinchiaturo . La devozione dei vinchiaturesi per il Santo è stata sempre molto sentita da quando la sua statua fu ritrovata integra sotto le macerie del disastroso terremoto del 26 luglio 1805: la tradizione vuole che una giovane donna, miracolosamente rimasta indenne dal crollo della sua casa, abbia raccontato di aver sognato San Bernardino che le manifestava la volontà di essere venerato con più ardore quale protettore di Vinchiaturo. Santa Rita da Cascia |
1-16 Giugno - |
Estaete Vinchiaturese |
13 Dicembre- |
Santa Lucia fiera e mercato popolare |
17 Gennaio |
Santo Antonio Abate rappresentazione de: "lu laute" un enorme catasta di legna in lode del Patrono degli animali per poi stare insieme intorno al fuoco degustando una pietanza annoverata nella locale gastronomia "Ri sciusce", sono un composto di prodotti della terra lessati con l'aggiunta di cereali conditi con olio novello, sale e pepe nero, offerto ai presenti come rito propiziatorio di abbondanza per l'anno appena iniziato, un piatto povero che per decenni le famiglie locali si sono scambiati in segno di amicizia o dato in dono ai poveri.
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